CORO e CORISTI

051Coro00Definizione
Il coro è un complesso di persone che cantano insieme, a più voci o all’unisono, con o senza accompagnamento musicale.
La parola deriva dal latino chorus e dal greco χορός.
ORGANICI
I componenti sono chiamati cantori o coristi. Il direttore è detto Maestro del coro.
Voci
Il coro è composto da voci maschili:

  • tenori = estensione acuta maschile
  • baritoni = estensione intermedia maschile
  • bassi = estensione più grave della voce umana

voci femminili:

  • soprani = estensione più acuta della voce umana
  • mezzosoprani = estensione intermedia femminile
  • contralti = estensione più grave delle voci femminili

Altre distinzioni possono subentrare, a seconda delle sfumature di timbro o per diversità di estensione all’interno di ciascuna voce.
Esempi:
Soprano

  • drammatico = timbro robusto e pastoso con suoni scuri
  • leggero = voce acuta, limpida e cristallina
  • lirico = voce intermedia
  • coloratura = voce leggera (acuta e di timbro chiaro). Si distingue per la capacità tecnica di eseguire una serie di ornamenti virtuosistici su una parola o su una sillaba utilizzando al massimo l’agilità vocale

Basso

  • buffo = voce agile e chiara, specializzato nel repertorio comico (Dottor Bartolo nel Barbiere di Siviglia, Dulcamara ne L’elisir d’amore)
  • profondo = voce grave e molto scura (Sarastro ne Il flauto magico, Grande Inquisitore nel Don Carlos di Verdi)

A seconda del repertorio, le parti di soprano e contralto, possono essere cantate da bambini (voci bianche) o da cantanti di sesso maschile (contraltisti e sopranisti); questi ultimi cantavano in falsetto, oppure erano evirati o castrati.
Il coro si dice a VOCI PARI quando comprende esclusivamente voci:

  • maschili = virile

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  • femminili = femminile

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  • di bambini = voci bianche (diviso nei due registri di soprano e contralto)

052Coro03
Nel Rinascimento il coro a voci pari, si riferiva alla tessitura della composizione, che poteva esprimersi verso l’acuto o verso il grave, ad esempio SSAA (soprano, soprano, alto, alto), oppure ATTB (alto, tenore, tenore, basso) ecc.
052Coro04Oppure a VOCI DISPARI:

  • maschile e femminile = a voci miste

052Coro05

  • voci maschili e di fanciulli
  • così via

Numero coristi

  • grande: 80 – 100 elementi in poi
  • medio: 40 – 70 elementi
  • piccolo: da 2 o 3 voci, fino a 5 o 6 cantori (gruppi madrigalistici)

TIPOLOGIE

  • monodiche, ossia coro all’unisono, quando tutte le voci intonano la stessa melodia, come nel canto Gregoriano e Ambrosiano (medioevo)
  • polifoniche, ossia per due o più voci. In questo caso il coro è diviso in più sezioni, a seconda delle diverse estensioni vocali e ogni sezione canta una melodia diversa da quella degli altri.
  • etero fonico, ossia quando le voci del coro cantano contemporaneamente varianti della stessa melodia, tipico di certa musica popolare.
  • a cappella, ossia il coro che canta senza accompagnamento strumentale (o alla romana o alla Palestrina)
  • concertante, ossia quando è accompagnato da strumenti musicali

CONSIGLI ai CORISTI
Respirazione
Il miglior tipo di respirazione è quella diaframmatica, che oltre alla dilatazione dei polmoni, determina il riempimento della “pancia”, con il marcato abbassamento del diaframma.
Non sempre il segno della legatura nello spartito, assolve il compito della respirazione; in tal caso il maestro del coro decide quando e come si deve respirare.
Buona norma generale è quella di non contrastare la giusta declamazione del testo e di non spezzare la parola con il respiro.
L’inspirazione è bene che sia rapida, l’espirazione dovrà essere sempre lenta al fine di economizzare aria.
Per mantenere la stessa nota, serve una pressione maggiore, ad essa corrisponde una maggiore tensione delle corde vocali.
Pronuncia
Per una buona impostazione della voce e per una buona pronuncia si deve portare sempre la voce avanti nell’emissione delle singole vocali, un po’ come se si volesse spingere l’aria davanti.
Intonazione
Tendenzialmente si ha la propensione a calare.
Pericolosi per l’intonazione sono tutti i procedimenti per semitono cromatico ascendente che portano facilmente a crescere, mentre quelli discendenti a calare.
052Coro06Nemiche dell’intonazione sono anche le lunghe note comuni o ripetute poiché generano stanchezza e di conseguenza tendenza a calare.
Un’esecuzione veloce è più agevole di una lenta, poiché mantenere il fiato in costante altezza non è semplice.
Interpretazione
Interpretare una composizione vuol dire ricreare il pensiero dell’autore con la maggiore fedeltà possibile al suo spirito.
Mentre la mano destra del maestro, assolve principalmente il compito ritmico, la sinistra sostiene quello espressivo: dinamica, sfumature, preavvertimenti, ecc.
Di solito i maestri di coro dirigono senza bacchetta, per avere maggiore libertà nella varietà del gesto.
L’attacco viene diviso in due fasi:

  • attesa, al levare il coro respira contemporaneamente
  • attacco, al battere si ha l’attacco

Per gli attacchi in levare è opportuno studiare di volta in volta il miglior gesto.
I principali gesti sono i seguenti:

  • crescendo = gesto ampio
  • diminuendo = piccoli gesti
  • legato = gesti morbidi
  • staccato = rapidi scatti ottenuti con opportuna elasticità del polso.

In ogni caso il gesto del direttore resterà sempre un fatto soggettivo ed empirico.
Se la composizione prevede un attacco non contemporaneo delle voci, il direttore darà la nota solo alla voce che entrerà prima delle altre; in tal caso i cantori devono prendere la nota in relazione a quelle che precedono l’attacco.
L’attacco deve essere preciso, esatto nell’intonazione, nell’intensità e nel ritmo. Tutti devono attaccare senza incertezza. Da evitare la deprecabile abitudine di aspettare che siano gli altri ad attaccare per poi inserirsi con discrezione.
Qualche secondo di arresto, di pausa, fra inspirazione ed espirazione (apnea), determinerà attacchi più sicuri. L’ultima nota deve essere tenuta con la stessa intensità dal principio alla fine e poi staccata senza sforzo da tutti.
Colorito
Particolare cura è rivolta al fraseggio, paragonabile alla punteggiatura grammaticale, che deve essere studiato con estrema precisione e indicato sulla partitura con opportuni segni di legatura e di respiro.
I crescendo, i diminuendo e gli accenti devono essere proporzionati al contesto generale di quel che si sta cantando.
Disposizione del coro
Non esiste uno schema fisso e valido per ogni circostanza circa la disposizione delle voci di un coro.
Durante un concerto, la partitura deve servire al cantore solo per assumere un atteggiamento composto, oltre che per procurargli una certa sicurezza di ordine psicologico.