DEI GRECI e ROMANI: 1^ parte

CRONO o SATURNO
Crono
Il nome deriva dal greco: tempoSignore dell’universo durante l’Età dell’Oro, ultimo figlio titano di Urano e Gea, sposò la sorella Rea e generò con lei Zeus, Era, Poseidone, Ade e Demetra.
Saturno
Il nome deriva dal latino: semina
Antico dio dell’agricoltura, sposo di Opi (dea dell’abbondanza), i figli furono Giove, Giunone, Nettuno, Plutone, Cerere.
Il Dio fu spodestato dal figlio Giove e fuggì in Italia, dove regnò nell’Età dell’Oro, epoca di perfetta pace e felicità.
Nelle raffigurazioni artistiche, Saturno di solito compare con la barba, reggendo una falce o una spiga di grano.ZEUS o GIOVE
Zeus
Il nome deriva dal greco: luceDivinità suprema degli dei dell’Olimpo, nonché re del cielo e della pioggia, raccoglitore di nubi e dispensatore di fulmini e protettore del genere umano.
Nei poemi omerici Zeus viene rappresentato come il dio della giustizia e della pietà, sposo della sorella Era.
Il Dio veniva simboleggiato da: folgore, aquila, toro, quercia e albero d’olivo.
Zeus era il figlio più giovane del titano Crono e della titanide Rea e fratello degli dei Poseidone, Ade, Estia, Demetra ed Era.
A Crono gli era stato profetizzato che uno dei suoi figli l’avrebbe spodestato, per cui egli li ingoiava appena nati, ma quando nacque Zeus, Rea avvolse una pietra con delle fasce e la fece ingoiare a Crono, mentre il neonato fu nascosto a Creta presso le ninfe. Divenuto adulto, Zeus obbligò Crono a rigettare i 5 figli e la pietra, che fu poi portata a Delfi.
Successivamente Zeus con l’aiuto dei ciclopi e dei fratelli, intraprese una guerra contro il padre ed i titani. La vittoria finale fu di Zeus che da quel momento dominò il Cielo, i fratelli Poseidone e Ade ebbero il potere rispettivamente sul mare e sugli inferi, mentre la Terra fu governata in comune da tutti e tre. Crono ed i titani furono confinati nel Tartaro.
Giove
Il nome deriva dal latino: sfolgorante, risplendente
Gli attributi sono uguali a quelli greci.
Giove era figlio del dio Saturno, che spodestò.
Come protettore di Roma veniva chiamato Iuppiter Optimus Maximus (il migliore e il più grande), era venerato in un tempio sul Campidoglio, custode della legge, difensore della verità e protettore di giustizia e virtù.
ERA o GIUNONE
Era
Il nome deriva dal greco: eroe
Era fu la regina degli dei, dea del matrimonio e protettrice delle donne sposate.
La dea fu sorella e sposa di Zeus, da cui ebbe: Ares (dio della guerra), Efesto (dio del fuoco), Ebe (dea della giovinezza) e Ilizia (dea del parto).In figura la dea indossa sulla testa il polos (copricapo di forma cilindrica indossato dalle più importanti dee delle culture antiche), in una mano stringe la patera (vasetto utilizzato durante i sacrifici e riti) e nell’altra una melagrana (simbolo di fertilità e di morte).
I suoi simboli erano la mucca, la Via Lattea, il giglio e il pavone.
Moglie gelosa e vendicativa, perseguitò spesso le amanti e i figli di Zeus.
Adirata con il principe troiano Paride che, in una gara di bellezza, le aveva preferito Afrodite (dea dell’amore), la dea aiutò i greci nella guerra di Troia e fu soddisfatta soltanto quando la città venne finalmente distrutta.
Giunone
Il nome deriva dal latino: donna giovane, fiorenteNella figura è raffigurata con in mano lo scettro sormontato da un cuculo (uccello con la quale si era presentato Zeus, quando la chiese in moglie), con accanto un pavone.
Oltre agli attributi greci era la particolare consigliera e protettrice dello stato romano.
POSEIDONE o NETTUNO
Poseidone
Il nome deriva dal greco: sposo della terra
Dio del mare ed in origine dei terremoti.
Poseidone era lo sposo di Anfitrite, con la quale generò Tritone, ma ebbe numerosi figli, famosi per la loro crudeltà, da relazioni con ninfe di sorgenti, tra cui: il gigante Orione, il ciclope Polifemo ed il celebre cavallo alato Pegaso.
In arte Poseidone è rappresentato come un personaggio maestoso, con la barba, che impugna un tridente, spesso accompagnato da un delfino.
Il Dio aiutò Laomedonte a costruire le mura della città di Troia, ma non fu ricompensato; per cui si  vendicò, mandando un terribile mostro marino a devastare la regione e schierandosi con i greci durante la guerra di Troia con i greci.
La divinità lottò senza successo contro Atena per il controllo di Atene.
Nettuno
Il nome deriva dal latino: umido (etimologia incerta)
Dio del mare, delle fonti e dei corsi d’acqua.
ADE o PLUTONE
Ade
Il nome deriva dal greco: invisibile
Ade fratello di Zeus e Poseidone, regnò nel mondo sotterraneo insieme alla ninfa Persefone, rapita dal mondo terreno. Il dio risiedeva negli Inferi in un palazzo fatiscente con molti cancelli, affollato di anime e popolato di fantasmi.
Spesso viene rappresentato assieme a Cerbero, cane a tre teste, mostro che faceva la guardia all’ingresso degli inferi.Era un dio feroce e non si placava né con sacrifici né con preghiere, ma non era malvagio.
Plutone
Il nome deriva dal latino: ricchezza
Quando Plutone esautorò con l’aiutò dei fratelli il padre Saturno, gli fu assegnato il mondo sotterraneo, sul quale regnò assieme a Proserpina.
Quale dio della prosperità fu ritenuto il dispensatore dei beni nascosti nella terra, come i minerali preziosi e le messi. Dio noto anche come Orco o Dis, colui che dà la ricchezza.
DEMETRA o CERERE
Demetra
Il nome deriva dal greco: madre terra
Dea del grano e dei raccolti.
Demetra era figlia del titano Crono e di Rea e madre di Persefone.
Ade, dio del mondo sotterraneo, si innamorò di Persefone e volle sposarla, ma Demetra era contraria; per cui il Dio la rapì e la portò nel suo regno.
La dea cominciò a vagare alla ricerca della figlia perduta e nel frattempo trascurò la terra che cadde nella desolazione: tutte le piante morirono e la carestia devastò il territorio. A quel punto Zeus incaricò Ermes, il messaggero degli dei, di riportare Persefone da sua madre. Ade prima di lasciare andare Persefone, le fece mangiare un chicco di melagrana che la legò per sempre al regno dei morti. Si trovò comunque un compromesso: Persefone avrebbe passato 4-6 mesi agli inferi e il resto dell’anno sulla terra.
Conseguenza di questo patto fu che in primavera Demetra faceva rinascere la natura, mentre in autunno, al suo rientro negli inferi, la vegetazione moriva ed iniziava l’inverno.
Demetra viene spesso viene raffigurata su un carro ed associata ai prodotti della terra, come fiori, frutta e spighe di grano.Cecere
Il nome deriva dal latino: cece
Dea dell’agricoltura, la cui figlia Proserpina era identificata con Persefone.
Il suo culto divenne molto popolare soprattutto fra i plebei, tant’è che la parola cereali deriva dal suo nome.
ATENA o MINERVA
Atena
Il nome deriva dal greco: saggezza
Atena era la dea della saggezza, delle arti e dei mestieri, della guerra e protettrice dell’agricoltura; all’uomo dedicò l’invenzione dell’aratro e del flauto, le arti di addomesticare gli animali, costruire navi e fabbricare calzature.
Figlia prediletta di Zeus, nacque già adulta dalla testa del dio, armata di una lancia, di una corazza, di un elmo e di uno scudo ornato con la spaventosa testa della gorgone Medusa, che pietrificava chiunque la guardasse.La dea fu spesso associata alla civetta.
Gli ateniesi le dedicarono il Partenone, come ricompensa del suo dono dell’ulivo.
La dea sostenne i greci durante la guerra di Troia, ma gli ellenici dopo la caduta della città, non rispettarono la sacralità di un altare a lei dedicato, per cui Atena chiese a Poseidone (dio del mare) di scatenare una tempesta che distrusse la maggior parte delle navi greche sulla via del ritorno da Troia.
Minerva
Il nome deriva dal latino: saggezza
Dea dei lavori manuali, patrona delle arti e del commercio.
Con Giove e Giunone, era venerata in un grande tempio sulla sommità del Campidoglio a Roma.
PERSEFONE o PROSERPINA
Persefone
Il nome deriva dal greco: portatrice di morte (etimologia incerta)Figlia di Zeus e di Demetra.
Persefone rappresentava la rinascita della natura in primavera.
Proserpina
Il nome deriva dal latino: serpeggiare
AFRODITE O VENERE
Afrodite
Il nome deriva dal greco: spuma (etimologia incerta)Dea dell’amore e della bellezza.
Nell’Iliade di Omero è presentata come figlia di Zeus e Dione e sposa del dio Efesto;  mentre nella Teogonia di Esiodo nacque dalla schiuma del mare.
La dea ebbe Enea da Anchise.
Dice la legenda che Eris (dea della discordia), non fu invitata alle nozze del re Peleo con la divinità marina Teti: offesa, la dea gettò nella sala del banchetto una mela d’oro, su cui erano scritte le parole: “Alla più bella”. A Zeus spettava la scelta tra Era, Atena e Afrodite, ma egli rifiutò l’incarico, per cui le dee si rivolsero a Paride, principe di Troia. Per accattivarselo, ciascuna divinità gli promise un dono: Era l’avrebbe reso potente, Atena gli avrebbe procurato la gloria militare ed Afrodite gli avrebbe concesso la donna più bella del mondo. Paride decretò che la mela spettava ad Afrodite, e chiese in premio Elena, moglie del re greco Menelao. La conseguenza della scelta di Paride fu la guerra di Troia.
Venere
Il nome deriva dal latino: amore, bellezza
In origine era la dea dei giardini e degli orti, in seguito identificata con Afrodite.
In epoca imperiale era venerata sotto diverse sembianze: come Venus genitrix era madre dell’eroe Enea, capostipite del popolo romano; come Venus felix, apportatrice di fortuna; come Venus victrix, colei che procura la vittoria; come Venus verticordia, protettrice della castità femminile.
Venere era moglie di Vulcano, dio della lavorazione dei metalli, ma ebbe numerosi amanti, tra cui Cupido, dio dell’amore.

PRESEPE di SABBIA a LIGNANO 2022/2023

La XIX edizione del Presepe di sabbia si ispira ai mosaici paleocristiani dalla Basilica di Aquileia.
Il percorso è suddiviso in 4 blocchi narrativi: leggenda, ipotesi, storia e telogia.
I: la LEGGENDA
Questa sezione si sofferma sulla leggenda che ha fatto dell’Evangelista Marco, primo vescovo di Alessandria d’Egitto, il fondatore della Chiesa di Aquileia.
I.1 San Marco, il leone, le rose
L’evangelista Marco sembra che incontrò Gesù in diverse situazioni: come servitore che, su ordine di Gesù, riempì gli otri con l’acqua che si trasformò in vino durante la cena di Cana, come l’uomo che, recando una brocca d’acqua, indicava il luogo scelto per l’Ultima Cena, come giovane seminudo che riuscì a fuggire dall’orto dei Getzemani mentre Gesù veniva arrestato.
La scultura rappresenta Marco assieme al leone (simbolo dell’Evangelista perché il suo Vangelo inizia con la predicazione di Giovanni Battista, descritto come uno che grida o ruggisce nel deserto) e ad una pianta di rose attorcigliata ad una colonna (le leggende popolari legano la rosa e il suo profumo al Santo; ancor oggi a Venezia, ogni 25 aprile si usa regalare a fidanzate e mogli il bòcolo de San Marco).L’opera di Mario Vittadello e Ornella Scrivante si ispira liberamente a un’icona di San Marco dipinta dal pittore ucraino Volodymyr Borovykovs’kyj (1757-1825).
I.2  Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto
San Marco fu il primo vescovo di Alessandria d’Egitto, città in cui rientrò dopo la morte di Pietro e in cui subì il martirio; venne seppellito a Boucoli, località dove sorse un santuario in suo onore. In questo luogo, Rustico da Torcello e Bono da Malamocco, nell’828,  trafugarono le sue spoglie e le traslarono a Venezia.
L’opera è scomposta in tre blocchi scultorei:

  • Rielaborazione di un grandioso telero di Gentile e Giovanni Bellini (1504-1507), in cui si intreccia un mondo immaginario, sospeso tra Alessandria, Costantinopoli e Venezia. Sulla quinta frontale, tra torri, obelischi e minareti, c’è un edificio religioso che combina alcuni tratti di Santa Sofia di Costantinopoli e la Basilica di Venezia.
  • Davanti a quest’opera è rappresentato il mare, in mezzo al quale c’è una tavola su cui sono incise le parole del Vangelo di Marco.
  • Nella quinta a sinistra è raffigurata un’architettura dell’occidente rinascimentale che contiene delle persone di etniee diverse.

Scultura di Charlotte Koster, Mario Vittadello e Ornella Scrivante.
I.3 Il mare porta in laguna il Vangelo di Marco
Nel 785 circa, secondo lo storico longobardo cividalese Paolo Diacono, San Pietro, da Roma, aveva inviato San Marco ad Aquileia per evangelizzarla. San Marco, di fatto non è mai arrivato ad Aquileia, ma è possibile che i primi cristiani giunti in città provenissero dalla Chiesa di Alessandria.
La scultura rappresenta il libro del Vangelo secondo Marco, appoggiato su un blocco; sulla parte anteriore di tale basamento , sono scolpite in bassorilievo due cicogne che beccano rispettivamente una biscia d’acqua e un ranocchio: immagine che vuole simboleggiare la lotta e la vittoria del Bene (le cicogne) contro il Male (la biscia e il ranocchio).
Sullo sfondo un casone, i pini marittimi, le canne palustri.Scultura di Charlotte Koster.
I.4 San Marco ricevuto in città dagli aquileiesi; San Pietro consacra Ermacora primo vescovo della città
La scultura rielabora due scene di un ciclo pittorico del XII sec. dedicato a San Marco (Cripta della Basilica di Aquileia): come in un libro aperto, la pagina di sinistra rappresenta l’Evangelista ricevuto dai cristiani Aquileiesi alle porte della città; la pagina di destra raffigura San Pietro a Roma mentre, presente San Marco, consacra Ermacora primo vescovo di Aquileia.Scultura di Charlotte Koster
II: IPOTESI
Questo percorso rappresenta attraverso delle allegorie, il risultato delle ricerche condotte da Gilberto Pressacco e da Renato Iacumin. Studi che hanno condotto a definire un legame tra la primitiva Chiesa di Aquileia e la teologica maturata nei primi secoli cristiani ad Alessandria d’Egitto.
II.5 da Alessandria d’Egitto ad Aquileia: le danze delle terapeutici e di un filosofo gnostico
La grandiosa opera si compone di due quadri: quello di destra raffigura una scena di vita quotidiana ambientata tra la fine del I e il III secolo nel porto antico di Alessandria, dove una nave carica di passeggeri sta prendendo il largo ed è diretta ad Aquileia.Scultura di Mario Vittadello e Ornella Scrivante.
Il quadro di sinistra rappresenta l’antico porto fluviale di Aquileia, con una nave proveniente da Alessandria che ha appena gettato l’ancora. Dalla barca sono scese anche due fanciulle danzanti e l’uomo pensoso seduto sui gradini. Le danzatrici sono coinvolte in vorticosi balli rituali protratti fino all’estasi, accompagnati da musiche fortemente cadenzate e ritmate; le danze sono le pentecostali degli asceti Terapeuti (i Terapeuti/e erano dei Giudei convertiti al Cristianesimo da San Marco che raggiunsero per primi Aquileia). Tracce di questi rituali sono conservate nella musica e nei balli della tradizione popolare e contadina della Bassa friulana (Schiarazule Marazule).
Il personaggio in atteggiamento filosofale sta a significare che già nel corso del Il secolo, sarebbero giunte ad Aquileia idee riconducibili al movimento filosofico teologico del gnosticismo.
Scultura di Mario Vittadello e Ornella Scrivante.
III: la STORIA
Le 4 sculture che seguono sono rappresentative di alcune vicende del primo cristianesimo aquileiese.
III.6 In hoc signo vinces: Costantino e la  “Croce di Aquileia”
La testa dell’imperatore Costantino accostata alla “Croce di Aquileia” sta a simboleggiare la svolta determinata dall’Editto di Milano del 13/06/313: a tutti i cittadini dell’impero è riconosciuta la libertà di professare pubblicamente la propria fede. La libertà religiosa ha consentito alla comunità riunita attorno al vescovo Teodoro di far erigere la grande Basilica di Aquileia (314-319).Scultura di Mario Vittadello e Ornella Scrivante.
III.7 Pietro e Paolo
Il bassorilievo riproduce fedelmente una stele del IV sec. (Museo Paleocristiano di Aquileia), con gli Apostoli Pietro e Paolo l’uno dinanzi all’altro, stretti in un abbraccio. Questo iconografia simboleggia la concordia tra le Chiese dopo la sconfitta dell’eresia ariana sancita dal Concilio di Costantinopoli e da quello di Aquileia del 381. La stessa scena, però, potrebbe anche alludere all’incontro/scontro, avvenuto all’interno del primitivo Cristianesimo aquileiese, di due diverse tradizioni: quella giudaica, rappresentata da Pietro (l’evangelizzatore degli Ebrei) e quella pagana, rappresentata da Paolo (l’evangelizzatore dei “gentili”). Alla fine risultò vincente la teologia di Paolo, che soppiantò le tradizioni degli antichi ebrei:  circoncisione, rituali di purità e, soprattutto, osservanza del Sabato come giornata festiva.Scultura di Mario Vittadello e Ornella Scrivante.
III.8 Sante Sabide
Fino al  VIII secolo per i contadini delle campagne del medio e del basso Friuli il sabato era festivo.
Questa situazione perdurò sino al XVII secolo, tant’è  vero che nell’area aquileiese erano ancora attivi pubblici ufficiali (sabatari), incaricati di ispezionare le campagne e di multare chi trovavano ancora al lavoro dopo il suono delle campane di mezzogiorno della domenica.
I contadini trovarono comunque il modo di mantenere il sabato festivo, con la venerazione di una santa inesistente: Sante Sabide (Santa Sabata). Alla fine le autorità ecclesiastiche intervennero, sovrapponendo il culto della Madonna a quello della Santa inventata.
Nella scultura Sante Sabide è immersa nel paesaggio rurale di Fraforeano di Ronchis, come se fosse una misteriosa figura femminile compenetrata nella vegetazione arborea; accanto alla casa da dove è stata scacciata, come se desiderasse rientrarvi.Scultura di Mario Vittadello e Ornella Scrivante.
III.9 La costruzione della Basilica di Teodoro
La Chiesa aquileiese, proveniente da Alessndria, si dette un’organizzazione gerarchica forse già prima della metà del III sec. Per esprimere simbolicamente questa complessa teologia, l’opera scultorea mette in scena la costruzione della prima Basilica di Aquileia: il cantiere in cui fervono i lavori, dinanzi al portale, il Vescovo Teodoro che assieme ad un capo mastro, sta controllando lo stato di avanzamento dell’edificio,  alla destra la sezione dell’aula nord.
L’epigrafe tradotta in italiano è dedicatoria a Teodoro (Teodoro Felice, con l’aiuto di Dio Onnipotente e del gregge a te affidato dal cielo, hai portato a termine tutte queste cose e le hai gloriosamente dedicate).Scultura di Charlotte Koster.
IV: TEOLOGIA
Il Credo che si recitava ad Aquileia nei primi secoli aveva tre aggiunte particolari.
IV.10 Descendit ad infer(n)a
Durante il Sabato Santo, Gesù, una volta raggiunto gli abissi infernali, scardina porte, spezza catene, afferra e trascina via Adamo/Umanità verso la libertà e verso la luce.
La scultura rielabora questa tipologia iconografica, che rappresenta il fortissimo legame tra Aquileia e l’Oriente: al centro dello spazio sta il Risorto, viene colto nel difficile equilibrio dinamico di un simultaneo movimento di discesa e di ascesa; egli afferra la mano del Primo Uomo per strapparlo fuori dall’abisso mentre, con il calcagno, schiaccia il groviglio di serpenti demoniaci. Sotto i suoi piedi si scorgono le porte degli inferi che hanno assunto la forma della croce e, precipitato nell’orrido più profondo, il Principe del Male.Scultura di Charlotte Koster.
IV.a Il mare di Giona
Scenografia virtuale (proiezione sulla sabbia) di Federico Cautero.
IV.b L’Arcobaleno
Installazione di Jacopo Rumignani.

Camminata ad anello a SA PINNETTA (Chia)

Bella passeggiata in mezzo alla macchia mediterranea, costeggiando parzialmente la costa, da cui si gode la vista delle baie.Partenza/arrivo: accanto al villaggio di Sa Pinnetta
Lunghezza:        8 km circa
Tipo di fondo:   strada sterrata e sentiero
Stagione sconsigliata: estate
Link:                  https://www.komoot.it/tour/937613418
ITINERARIO
Dal punto di partenza si raggiunge costeggiando il villaggio la Cala de Sa Perda Longa, da qui si svolta a sinistra e si scavalca un promontorio per raggiungere la spiaggia successiva.Si abbandona la baia e si risale, in lontananza compare la Torre di Capo Malfitano.Segue un tratto in piano, per poi ridiscendere alla spiaggia del Ferraglione.Abbandonata la spiaggia c’è un sali scendi.
Se si vuol godere una bella vista verso Capo Spartivento, si devia alla prima strada a destra.Tornati sulla retta via si continua sino alla Caletta della Torre.Si sale sino a Capo Spartivento e dopo un breve anello per ammirare la costa adiacente al faro si prosegue verso l’entroterra.Si passa accanto all’hotel e procedendo lungo il sentiero, tralasciando la deviazione a sinistra per la Stazione panoramica, si giunge ad una carrareccia bianca che si segue sino ad arrivare in prossimità della strada asfaltata. A questo punto si svolta a sinistra e si prosegue paralleli alla strada principale sino a ricongiungersi ad essa.
L’anello si chiude camminando lungo l’asfalto.

PRESEPE di SABBIA a LIGNANO 2021/2022

La XVIII edizione del Presepe di Sabbia di Lignano è un omaggio a DANTE, autore della Divina Commedia.
Il viaggio dall’Inferno al Paradiso si conclude con la Natività nel Presepe, rappresentazione di Dio in terra.

  1. INFERNO
    La città/Selva e le 3 fiereNel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura.
    Le 3 fiere, sulla destra della scultura, che impediscono a Dante di uscire dalla selva sono: la lonza (piacere sessuale), il leone (la superbia), la lupa (l’avidità).Dante, sulla sinistra della scultura.
    Opera di Charlotte Koster
  2. Gli ignavi o della “banalità del male”Questo misero modo tegnon l’anime triste di coloro che visser senza ‘nfamia e sanza lodo.
    Opera di Charlotte Koster
  3. Caronte traghettatore infernaleEd ecco verso noi venir per mareun vecchio, bianco per antico pelo, gridando “Guai a voi, anime prave! Non ispirate mai veder cielo.
    Opera di Mario Vittadello
  4. Paolo e Francesca o dell’amoreAmor: ch’a nullo amato amor perdona, mi prese di costui piacer si forte, che, come vedi, ancor non m’a abbandonata. Amor condusse noi ad una morte.
    Opera di Charlotte Koster
  5. Ulisse o della volontà di conoscereNé dolcezza di figlio, né la pieta del vecchio padre. Né’l debito amore lo quale dovea Penelopé far lieta, vincer potero dentro a me l’ardore ch’i ebbi a divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore; ma misi me per l’alto mare aperto.
    Opera di Michela CiappiniFatti non foste a vivere come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.
  6. La Divina CommediaRiproduzione dell’opera di Domenico di Michelino intitolata “la Divina Commedia illumina Firenze
  7. PURGATORIO
    Catone Uticense o della libertà
    Libertà va cercando, ch’è si cara come sa chi per lei vita rifiuta.
    Rete metallica con al centro uno a forma di sagoma umana,  posizionata di fronte alla parete rivolta verso il mare
    Opera di Franco Maschio
  8. L’arrivo della barca con le anime salve all’isola del PurgatorioOpera di Mario Vittadello
  9. Casella o dell’amiciziaIo vidi una di lor trarresi avante per abbracciarmi, con sì grande affetto, che mosse a me far lo somigliante. Ohi ombre vane, fuor che nell’aspetto! Tre volte dietro a lei le mani avvinsi, e tante mi tornai con esse al petto.
    Opera di Mario Vittadello
  10. Manfredi o della bellezza violataBiondo era e di gentile aspetto ma l’un de’cigli un colpo avea diviso.
    Or vedi; e mostrommi una piaga a sommo’l petto. Poi sorridendo disse: io son Manfredi.
    Opera di Michela Ciappini
  11. Pia de’ Tolomei o della violenza di genereDeh, quando tu sarai tornato al mondo e riposato della lunga via, ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi fé, disfecemi Maremma: salsi colui che’nnanellata pria disposando m’avea con la sua gemma.
    Opera di Mario Vittadello
  12. I superbi o dello spregio del prossimoO superbi cristian, miseri lassi, de la vista de la mente infermi, non v’accorgete voi che noi siam vermi nati a formar l’angelica farfalla, che vola alla giustizia sanza schermi?Annunciazione di Raffaello (Scomparto della Predella della Pala Oddi alla Pinacoteca Vaticana)
    Opere di Ornella Scrivante e Mario Vittadello
  13. PARADISO
    Dante incontra Beatrice nel Paradiso Terrestre o della rinascitaNon pianger anco, non pianger ancora; Guardaci ben! Ben son, ben son Beatrice.
    Il saluto di Beatrice di Dante Gabriel Rossetti
    Opera di Mario Vittadello
  14. Paradiso/Candida Rosa/NativitàVergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso, d’etterno consiglio, tu se’ colei che umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura.
    Tratto dal bozzetto Natività 2021 di Andrea Salvador
    Opera di Charlotte Koster

VENTO: tipi

Fasce climatiche

  • fascia intertropicale compresa tra il tropico del Cancro (Nord) e quello del Capricorno (Sud); la zona è caratterizzata dal fatto che il giorno e la notte sono di 12 ore. Il clima è umido a cavallo dell’equatore e secco in prossimità dei tropici
  • all’equatore si estendono le calme equatoriali caratterizzate da aree di bassa pressione (cicloni permanenti). A causa dell’ascesa dell’aria in tali zone sono presenti nubi, venti leggeri e umidità elevata.

CLASSIFICAZIONE dei VENTI
Al suolo

  • teso quando la velocità e direzione sono costanti
  • a raffiche quando la direzione è pressoché costante e la velocità è variabile di almeno 10 nodi e di durata inferiore a 20 secondi
  • turbinoso o di groppo quando sia la velocità che direzione hanno variazioni continue e rilevanti

Costanti
Circolazione dell’aria riferita alla bassa troposfera.Alisei
Essi si formano a causa del movimento di aria che si sposta dalla zona anticiclonica di alta pressione presente al di sopra delle zone tropicale e subtropicale del 30° parallelo, verso quelle di bassa pressione equatoriali. A causa della forza di Coriolis questi venti vengono deviati verso ovest.
Nell’emisfero boreale gli alisei spirano da Nord-Est verso Sud-Ovest, nell’emisfero australe spirano da Sud-Est verso Nord-Ovest.
Nell’emisfero nord le masse continentali causano interruzioni nella fascia dei venti occidentali, nell’emisfero sud la fascia è pressoché ininterrotta e i venti assumono persistenza e vigore.
Controalisei (occidentali)
Nella zona delle calme equatoriali il forte riscaldamento provoca l’ascesa di un’imponente massa d’aria, che giunta a una quota di 3-4000 m si divide in due correnti che discendono, per progressivo raffreddamento, verso N nell’emisfero boreale e verso S nell’emisfero australe, arrivando fino alla latitudine di 30º dove si addensano per formare le zone subtropicali di alta pressione dette anche calme tropicali.
Queste correnti risentendo anch’esse della forza di Coriolis, per cui vengono deviate nell’emisfero boreale verso Nord-Est e nell’emisfero australe verso Sud-Est, in senso contrario agli alisei.
Essi spirano tra le latitudini di 35° e 60° N e 35° e 60° S.
Venti polari
Le zone polari, artica e antartica, sono caratterizzate da venti orientali (polari), che si spostano dalle zone di alta pressione polare verso le fasce di bassa pressione subpolare.
L’ aria che si muove verso i Poli viene spinta verso Est dalla forza di Coriolis e acquista velocità. Quando arriva alla latitudine di 30° (sia Nord che Sud) ha acquistato una tale velocità verso Est da non riuscire più ad avanzare verso il Polo.
Il tetto è comunque sempre rappresentato dalla tropopausa, dove il gradiente termico verticale diventa stabilmente zero, e al di sopra della quale l’aria è quindi permanentemente stabile.
Periodici
I venti periodici sono quelli che spirano con direzione costante ma senso alternato.

  • Brezza di mare
    Di giorno in riva al mare la terra si riscalda più rapidamente dell’acqua, per cui sulla terraferma si stabilisce una condizione di bassa pressione con la conseguenza che l’aria sale, innescando un moto convettivo che richiama l’aria più fresca dal mare.
  • Brezza di terra
    Di notte, invece, la terra si raffredda più rapidamente del mare, per cui sul mare si stabilisce una condizione di bassa pressione con la conseguenza che l’aria sale, innescando un moto convettivo che richiama l’aria più fresca dalla terra.

Monsoni
Durante l’estate l’Asia subisce un forte riscaldamento con la conseguente depressione che richiama aria calda, umida e instabile dall’oceano. Risalendo verso l’Himalaya, il monsone estivo dà luogo a nuvolosità estesa, spesso a carattere temporalesco, e a ingentissime precipitazioni.
Durante l’inverno, l’aria fredda e secca del continente defluisce verso l’oceano; scendendo dalle cime dell’Himalaia l’aria si scalda e genera il clima secco del monsone invernale.Simboli direzione del vento

Ciclabile ALPE ADRIA Italia

Valico Italia – Venzone       65 kmSuperato il valico di Coccau si volta in salita a destra, al termine della salitella si gode un’ampia vista sulle Giulie, dopo alcuni ghirigori ci si immette sulla ciclabile che percorre sul terrapieno della vecchia ferrovia dismessa.Da Tarvisio si sale lentamente sino allo spartiacque di Camporosso e da questo momento si pedala pochissimo sino a circa Chiusaforte.
Lungo la Val Canale (fino a Pontebba) dominano le Alpi Giulie calcaree, segue il Canal del Ferro con montagne boschive e dove la vallata si restringe.
La ciclabile corre molto più in alto della strade (statale ed autostrada), sotto scorre l’azzurro Fella, si varcano diverse fredde e lunghe gallerie e ponti sospesi, dal viadotto di Dogna appare a sinistra il re Montasio.A Moggio Udinese (non perdere l’Abbazia di San Gallo) termina l’attuale ciclabile. Le alternative sono due: proseguire lungo la statale o attraversare il ponte di Moggio e girare a sinistra per Campiolo; alla fine di questa strada bianca si riattraversa il Fella su un ponte ciclabile, si rientra sul percorso ufficiale e si arriva a Venzone, il Borgo più bello d’Italia 2017.Venzone – Udine     55 kmTerminata la visita al borgo si attraversa il Tagliamento e lo si costeggia passando per Bordano, il paese delle farfalle.Si arriva al Ponte di Braulins e si torna alla sinistra idrografica del fiume; quindi si passa per Osoppo ed a seguire lungo un tratto pianeggiante in mezzo ai campi, si giunge nei pressi di Buia. Qui la ciclabile diventa più arzigogolata ed il paesaggio diventa più mosso.Circondati da colline, campi, paesi si arriva ad Udine.Udine – Grado     60 kmAbbandonata la città si procede vero sud, lungo strade asfaltate e bianche, a Cervignano si riprende la ciclabile ufficiale che corre lungo una vecchia ferrovia.
Meritano una sosta la città fortificata di Palmanova, il borgo di Strassoldo, la città romana di Aquileia.Si arriva alla laguna di Grado e dopo avere attraversato il ponte sul terrapieno si giunge a destinazione.Il percorso è terminato, giusta ricompensa un bagno al mare, una passeggiata nelle calli, un buon boreto con taj di blanc.
Mandi

Per scaricare il tragitto il link è:
https://www.alpe-adria-radweg.com/it/tourguide/

 

ISOLE EGADI

Egadi