Fondazioni edifici a VENEZIA

Terreno
Il terreno della città è simile ad una palude poco profonda, in essa è presente lo strato di caranto o argilla sedimentosa (argilla limosa estremamente compatta, resistente e solida), il quale ha un andamento irregolare.Le fondazioni delle case veneziane venivano costruite in questo strato ed erano affiancate dai rii (canali) che separano le isole di cui è composta Venezia.
Sopra le fondazioni possono correre strade parallele ad esse: le fondamenta.
Fondazione diretta
Il terreno viene solidificato piantando dei pali di legno nodosi e appuntiti (pino, larice, quercia o rovere), del diametro di 30cm circa, allineati in file multiple, lungo il perimetro della fondazione, fino a raggiungere lo strato di caranto che si trova a 10m circa sotto il terreno.Fondazione indiretta
Se lo strato di caranto è troppo profondo ed i pali non arrivano del tutto o in parte a conficcarsi, si procede ad una sottofondazione fatta per costipamento.

  • Chiusura dell’area destinata alla fondazione dell’edificio con due serie di palificazioni parallele, distanti 80 cm, riempimento dello spazio tra le palificate con il fango e svuotamento dai residui di acqua dalla zona chiusa
  • Collocazione di pali sull’intera superficie (9 pali per m2), con un disegno a spirale dall’esterno all’interno della zona
  • Riempimento dello spazio tra i pali con cocci, vetri, rottami, ecc. e cementazione dei tronchi con impasti con calcestruzzo.

Questo procedimento viene fatto in tutti gli edifici molto pesanti, come il Campanile di S. Marco.Tutte le parti in legno restano conficcate nella melma, la quale non contiene ossigeno, per cui i microbi e gli insetti che normalmente si nutrono del legno non trovano l’ambiente adatto a svilupparsi ed i pali anziché marcire, diventano più resistenti.
Sopra le teste dei pali viene appoggiato uno zatterone composto da 2 strati di tavoloni di legno (larice) di grosso spessore incrociati tra loro.
Basamento edificio
Su questo tavolato s’innalza la base dell’edificio, costituito da:

  • strato di bàsole (pietroni di 40-60cm di spessore)
  • muro a plinto (zoccolo con le pareti leggermente inclinate), costruito a strati abbastanza regolari di blocchi di Pietra d’Istria (roccia con bassissima porosità, compatta, impermeabile, non soggetta a modificarsi a contatto con elementi erosivi)

Questo supporto viene innalzato fino a raggiungere un livello di sicurezza sopra quello medio delle maree.
Infine vengono poste le colonne del piano terra, o i muri perimetrali dell’edificio.
Schema

COLONNA TEMPLI GRECI

Definizione
La colonna è un elemento architettonico verticale portante di sezione circolare, formato generalmente da base, fusto e capitello; se la sezione del fusto ha una forma diversa dal cerchio, si parla di pilastro.070colonne00ORDINI
DORICO
Le parti principali sono:070colonne01

  • Fusto: appoggia direttamente sulla piattaforma stilobate, è rastremato verso l’alto e a circa 1/3 della sua altezza la colonna presenta un rigonfiamento (éntasi), la cui funzione è quella di correggere la percezione ottica della colonna che altrimenti sembrerebbe innaturalmente sottile. Esso ha da 16 a 24 scanalature a spigoli vivi poco profonde, che esprimono una spinta ascendente e accentuano l’effetto chiaroscuro; l’altezza può variare da 4,5 a 6 volte il diametro della sua base.
  • Capitello: molto semplice, costituito dalle seguenti parti:
    • abaco: lastra a pianta quadrata, che ha la funzione di offrire una più ampia base d’appoggio alla trabeazione, riducendo la sollecitazione alla flessione dell’architrave
    • echino: blocco tronco-conico con profilo ad ovolo (curva che parte quasi rettilinea si accentua superiormente)
    • anuli: tre o più modanature anulari, in origine erano profilati a becco ed avevano lo scopo di allontanare l’acqua piovana dal fusto
    • collarino: unisce il fusto ed il capitello
    • hypotrachelion: serie di incisioni a sezione triangolare070colonne02
  • Architrave: risulta liscio. Il fregio è costituito da triglifi alternati a metope.

Nelle colonie greche della Sicilia il materiale utilizzato è il calcare al posto del marmo.
IONICO070colonne03Le parti principali sono:

  • Base: costituita da una lastra quadrata plinto che sorregge un cuscino rigonfio circolare toro e una scanalatura anulare trochilo. 070colonne04Sopra questi elementi si hanno:
    • nelle colonne più diffuse in Grecia, un toro, una scozia di forma concava ed un altro toro;
    • nelle colonne più diffuse in Asia Minore, un toro di forma convessa ed una scozia.
  • Fusto: molto slanciato, senza rastremazione, privo di éntasi, presenta delle scanalature strette e smussate; tutto ciò consente di accentuare il senso di leggerezza di questo ordine.
  • Capitello: costituito dalle seguenti parti:
    • abaco
    • nastro: inserito tra echino e abaco, si avvolge in volute che sporgono al di sotto del margine inferiore dell’echino
    • canale delle volute: tratto di nastro che collega le volute
    • occhio: parte centrale terminale delle volute
    • echino: normalmente decorato da un kyma (ovuli)
    • semipalmette: sono 2, sono posizionate tra l’echino e le volute e si sovrappongono all’echino
    • collarino: posto alla fine del fusto
    • pulvino o rocchetto: collega le volute dei lati opposti
    • balteo: chiude il pulvino nella zona centrale070colonne06
  • Architrave: liscio è sormontato da un fregio continuo decorato senza interruzioni.

CORINZIO
La colonna corinzia rispetto alla ionica cambia solo nel capitello.
Le caratteristiche principali sono:

  • base: più sottile di quella Ionica, può essere ulteriormente rialzata mediante l’uso di un plinto.
  • fusto: molto sottile, fa del tempio corinzio il più aggraziato tra tutti, ha proporzioni simili a quello dell’ordine ionico, con scanalature piatte separate da listelli.
  • capitello: riccamente decorato, di forma a tronco di cono (kalathos), le parti più significative, dal basso all’alto, sono:070colonne08
    • astragalo o tondino
    • due corone di otto foglie di acanto cadauna
    • calici che finiscono in volute, le quali sorreggono gli spigoli dell’abaco, elici che terminano al centro di ogni lato.
    • abaco presenta i lati concavi ed è arricchito con fioroni

TEMPIO GRECO

069tempio00Il tempio può essere considerato la più impegnativa realizzazione dell’architettura greca, esso era la dimora terrena degli dei.
Il concetto base del tempio greco è la continua relazione che esiste fra l’elemento divino e quello umano.
VOCABOLARIO069tempio01A
Acroteri: statua in terracotta o in marmo, posta a uno dei vertici dei frontoni dei templi o sul colmo del tetto, alla quale era attribuita la funzione simbolica di proteggere l’edificio dal male.069tempio03– Antefisse: elemento della copertura dei tetti posto sulla testata delle travi del tetto o al termine delle tegole dei templi; in pietra o terracotta, può avere la forma di palmetta, di testa umana, di Gorgone.069tempio02Architrave: elemento orizzontale che collega fra loro le varie colonne del tempio e serve da appoggio per le travi del tetto, le quali sono ricoperte da tegole in marmo o in terracotta.
C
– Capriata: elemento architettonico, tradizionalmente realizzato in legno, formato da una travatura reticolare triangolare verticale, usata come elemento base di una copertura del tetto.
Cella: la vera e propria casa del Dio (oikos) che ospita la statua della divinità e dove il sacerdote era l’unico a poter essere ammesso. Ambiente a pianta rettangolare, il cui accesso è di solito in asse con l’ingresso, può essere suddivisa a 2 o tre navate. Si presenta come uno spazio buio, rischiarato parzialmente solo da lampade o bracieri.
Colmo: trave che collega il vertici superiori della capriata.
Colonna: è costituita dal capitello, il fusto ed eventualmente la base. Verranno trattate in un successivo articolo.
Cornice: aggetta sul fregio sottostante al fine di proteggerne i bassorilievi dalla pioggia.
Crepidoma. basamento a gradini su cui sorge il tempio.
D
Deambulatorio: galleria porticata che circonda la cella.
F
Fregio: elemento decorativo di una struttura architettonica, allungato e orizzontale, scolpito o dipinto, di solito recante motivi stilizzati o geometrici.
Frontone: facciata presente sui lati corti.
G
Geison: parte sporgente superiore di una trabeazione.
Guttae: decorazione a gocce poste sotto le regulae.
I
Intercolunnio o intercolumnio o intercolonnio: spazio compreso fra due colonne di un colonnato, misurato nella parte inferiore della colonna, di solito è assunto come unità di misura.
L
Lesene: elemento verticale di un ordine architettonico addossato a parete, consiste in un fusto, appena sporgente dalla parete stessa, con i relativi capitello e base, la sua funzione è puramente decorativa e non portante.069tempio04M
Mètope: lastre, originariamente liscie, scolpite, dipinte, decorate a bassorilievo con scene tratte dalla mitologia.
Mutuli: decorazione continua a gocce, leggermente inclinata per far sgocciolare meglio l’acqua.
N
Naos: struttura centrale del tempio, formata da cella e pronao, più eventuale opistodomo.
P
Peribolos: spazio cintato da muro attorno agli antichi templi greci, spesso adorno di statue, altari e monumenti votivi.069tempio05Peristasi o Ptèron o Peristilio: colonnato quadrangolare che circonda tutti e quattro i lati della cella.
Piedritto: elemento architettonico verticale portante.
Plinto: elemento che ha funzione di basamento. Nei tempio greco è un basso parallelepipedo di pianta quadrata che sostiene la base della colonna.
Prònao: parte anteriore del tempio, consiste in un portico colonnato, precede la cella; ha la funzione di filtro simbolico tra l’esterno (realtà umana) e l’interno (realtà divina).
Propilei o Propylon:  costruzione edificata davanti (pro) ad un’entrata (pylh).
Prostrilo o Prostòon: portico di colonne sulla facciata, senza restanti colonne esterne sui lati.
R
Regulae: elemento rettangolare applicato sulla tenia, posto in corrispondenza dei triglifi e decorato con guttae.
S
Sima o geison: cornice terminale dei templi greci, aveva per lo più un profilo concavo, aggettante, con decorazioni dipinte o a rilievo, di motivi geometrici.
Stilobate: superficie superiore di una piattaforma, sopraelevata rispetto al terreno circostante, dove si eleva la struttura del tempio. Ad esso si accede mediante una rampa d’accesso, o per mezzo del crepidoma.
T
Temenos: area consacrata ad una divinità.
Tenia: cornice con scarso aggetto.
Timpano: parte triangolare, sovrastante la facciata; esso ospita sculture in altorilievo o a tutto tondo, narranti episodi mitologici.
Trabeazione: insieme degli elementi strutturali e decorativi sostenuti dalle colonne, è composta da architrave, fregio ed eventuale cornice.
Trìglifi: rettangoli solcati verticalmente da quattro profonde scanalature che li percorrono verticalmente
STRUTTURA069tempio06L’edificio era sempre orientato est-ovest, con l’ingresso aperto verso est ed era costituito principalmente dalle seguenti parti:
Santuario (Temenos): recinto sacro, delimitato da un peribolos e comprendente anche un’area di terreno occupata o da spazi verdi e giardini, o da monumenti vari e edifici connessi col culto della divinità venerata nel santuario. Il luogo poteva ospitare i tesori (thesàuroi), che custodivano i doni votivi, sale per banchetti (hestiatòria) e portici (stoai).
L’ingresso all’area sacra poteva essere protetto da un porticato (propilei) antistante le porte del tempio.
Tempio: nelle tipologie elementari era composto dal Naos (pronao + cella), in quelle più articolate c’era il peristilio.
Il numero delle colonne laterali del peristilio era proporzionato a quello delle colonne in facciata, pari al doppio, al doppio + 1, o al doppio + 2 di esse. I colonnati erano edificati utilizzando il sistema trilitico, cioè una struttura formata da due elementi disposti in verticale (piedritti) e un terzo appoggiato orizzontalmente sopra di essi (architrave)
In base al numero di colonne presenti nella facciata si ha il tempio:

  • Distilo: 2 colonne
  • Tetrastilo: 4 colonne
  • Esastilo: 6 colonne
  • Ottastilo: 8 colonne, ecc.

Raro è il caso di un numero di colonne dispari.
In origine nella cella venivano svolti i riti sacri, in seguito essi furono spostati nella zona esterna dell’altare, davanti all’ingresso.
Altare: dove si svolgevano i riti ed i sacrifici.
TIPOLOGIE PRINCIPALI069tempio07

  • Tholos (o monoptero-periptero), tempietto circolare provvisto di cella.
  • Pseudoperiptero, caratterizzato da una peristasi costituita da semicolonne o lesene addossate ai muri esterni della cella e da una fila aggiuntiva di colonne ma solo sui lati corti. La cella poteva in tal modo essere realizzata con una maggiore ampiezza.
  • Pseudodiptero, come il precedente, ma ha una fila aggiuntiva di colonne su tutti e quattro i lati e da una terza fila solo sul lato anteriore. La peristasi è posta come se vi fossero due file di colonne, ma con omessa quella interna, cioè dell’ampiezza di due intercolumni.
  • Antis, tipologia più semplice di tempio, costituita solo dalla cella, dal pronao e da due colonne frontali. Le pareti dei lati lunghi della cella si prolungano in avanti fino a costituire le cosiddette ante (antae) a delimitare lateralmente il pronao.
  • Doppio antis (opistodomo), il pronao è replicato anche nella parte posteriore della costruzione.
  • Prostilo, il pronao è preceduto da una fila di quattro o più colonne (prostòon); in tal caso può mancare l’intero pronao.
  • Anfiprostilo, sia la fronte che il retro presentano il colonnato.
  • Periptero, un colonnato quadrangolare (ptèron o peristasi) circonda tutti e quattro i lati della cella.
  • Diptero, il porticato quadrangolare (peristasi) presenta, anche sui lati lunghi, una doppia fila di colonne.

ORDINE ARCHITETTONICO
TEMPIO DORICO
Questo ordine è il più antico dei tre e si diffuse a partire dal VI secolo a.C. sviluppandosi prevalentemente nel Peloponneso (Grecia continentale) e nelle colonie della Magna Grecia (Sicilia). All’Ordine Dorico si attribuisce la definizione della struttura e della forma del Tempio Greco.
Principali elementi architettonici:069tempio08

  • fondazione (euthynteria), generalmente in pietra locale, su di essa poggiano i gradini di accesso al tempio (crepidoma)
  • stilobate
  • colonne, verranno trattate nel prossimo articolo
  • trabeazione, costituita da:
    • architrave, costituita da una fila di grandi blocchi lisci posti senza soluzione di continuità sopra le colonne, essi si congiungono al centro della colonna
    • fregio, della stessa altezza e lunghezza dell’architrave, posto al di sopra di quest’ultima e composto da metope, posizionate ad intervalli regolari tra due triglifi. Il fregio deve sempre iniziare con un triglifo
    • tenia, posta tra l’architrave e il fregio, è un listello continuo sul quale sono applicati degli elementi rettangolari, le regulae, sotto alle quali ci sono le guttae o gocce, che sono dei piccoli elementi decorativi pendenti di forma cilindrica o tronco-conica. Regulae e guttae sono posti in corrispondenza dei triglifi.069tempio09
  • frontone, formato da:
    • cornice, a sua volta costituita da:
      • ghèison orizzontale: elemento poggiante sulla trabeazione, decorato sulla superficie inferiore con basse tavolette (mutuli) ornate da più file di guttae
      • ghèison obliqui: due elementi inclinati convergenti
      • sima: parte decorativa di terrecotte dipinte che ricoprivano i ghèison obliqui
    • timpano, di forma triangolare che andrà ad accogliere le decorazioni frontonali
  • copertura, formata da:
    • tegole di laterizio, convesse e piane e solo talvolta in marmo
    • grondaia
    • antefisse, poste sui lati lunghi delle grondaie, assolvevano il doppio compito di scarico delle acque piovane e di evitare che l’acqua filtri sotto il tetto.
    • acroteri: posti alle estremità del tetto e sulla sommità dove iniziano i due spioventi.069tempio09a

Apparato decorativo
Esso consisteva in:

  • intonaco bianco che copriva tutta quanta l’architettura templare
  • dipinti a motivi geometrici con diversi colori di parti della struttura
  • gruppi di statue in marmo o in bronzo sistemate ordinatamente all’interno del frontone, con le sculture più alte poste verso il centro mentre quelle più piccole disposte ai lati, fino a quelle più basse che raggiungevano gli angoli del frontone;
  • terrecotte architettoniche dipinte con vivaci colori, che decoravano i bordi del tetto ed i suoi apici.

Armonia del tempio dorico
L’armonia dell’ordine dorico deriva in larga misura dalle dimensioni dei suoi elementi e dal rapporto esistente fra le diverse parti architettoniche. Vi è una ricerca di proporzionato equilibrio fra verticali e orizzontali, fra pieni e vuoti.
Il tempio dorico viene costruito interamente sul modulo (misura del diametro della colonna a terra o la misura dello spazio esistente fra due colonne sul fronte del tempio).
Le sue caratteristiche erano:

  • Altezza della colonna è 4 o 5 volte il modulo.
  • Trabeazione, così come il frontone, è 1/3 della colonna.
  • Architrave e il fregio sono ciascuno 1/6 dell’altezza della colonna
  • Basamento del tempio con i gradini è 1/2 della trabeazione
  • La lunghezza del tempio è il doppio della larghezza
  • L’interasse delle colonne: l’intercolumnio è maggiore tra le colonne in corrispondenza dell’ingresso alla cella, mentre viene ridotto tra le colonne laterali
  • Le colonne angolari del tempio risultano leggermente ovali affinché la loro vista di lato o di fronte risulti coerente con le altre colonne
  • Un maggiore diametro delle colonne esterne dei prospetti nei templi peripteri, perché avendo come sfondo il cielo, se di pari diametro di quelle centrali, sarebbero apparse più snelle
  • Una leggera inclinazione delle colonne del fronte verso l’interno del tempio, per correggere la percezione dell’occhio umano che tenderebbe a vederle pendere verso l’esterno e come in procinto di cadere addosso
  • Le colonne angolari risultano anch’esse lievemente inclinate verso il centro per evitare effetti di divergenza
  • Un leggero incurvamento convesso, sia dello stilobate che della trabeazione (al centro le altezze del pavimento e della trabeazione sono maggiori che non ai lati) per correggere la tendenza dell’occhio umano a vedere ricurve verso l’alto le linee orizzontali che sostengono masse o volumi
  • Le colonne angolari venivano presumibilmente colorate di nero, per mantenere la sequenza di chiaro-scuro tra le colonne bianche e lo sfondo del naos

Esempi di templi dorici in Italia: Paestum, Agrigento e Selinunte, Segesta (incompiuto), tempio di Atena a Siracusa (trasformato nel Duomo).
TEMPIO IONICO
Comparve intorno alla metà del VI secolo a.C. (quasi contemporaneamente con quello dorico). Oltre alla forma, più leggera e slanciata del tempio dorico, si caratterizza per alcuni elementi innovativi:069tempio10

  • L’architrave è suddivisa orizzontalmente in tre fasce, ciascuna aggettante verso l’esterno rispetto a quella inferiore, e coronata superiormente da modanature
  • il fregio è continuo e scolpito con bassorilievi
  • la cornice è decorata con dentelli

Esempi di templi ionici sono il tempio di Atena Nike sull’Acropoli ad Atene, il tempio di Artemide ad Efeso.069tempio11TEMPIO CORINZIO
Comparve intorno alla fine del V secolo a.C.
La struttura del tempio corinzio non è dissimile da quella dello ionico, se non per il capitello e per la base della colonna.
Esempi di templi corinzi sono il tempio di Zeus Olimpio ad Atene, i templi a Jerash (Gerasa).069tempio12